La demenza non può riconoscere sé stessa, nello stesso modo con cui la cecità non può vedersi
DEMENZA
Con il termine demenza si fa riferimento ad un insieme di malattie neurodegenerative dell’encefalo, che insorgono solitamente in età avanzata.
La demenza è una malattia cerebrale che esordisce in modo subdolo ed ha un andamento progressivo. Dunque, la demenza porta ad un declino mentale progressivo che gradualmente interferisce con le attività del vivere quotidiano appropriato per età e cultura della persona.
Caratteristiche:
- Deficit di memoria
- Disturbi del linguaggio
- Disturbi delle funzioni visuo-spaziali
- Disorientamento spazio-temporale
- Disturbi di altre funzioni cognitive (capacità di astrazione, di decisione, di calcolo)
- Alterazione della personalità
- Disturbi comportamentali
I deficit cognitivi interferiscono significativamente nel lavoro, nelle attività sociali, nelle relazioni con gli altri, e determinano un peggioramento significativo rispetto al precedente livello funzionale.
Le persone affette da demenza hanno diverse difficoltà: hanno problemi a ricordare dove si trovano borse o portafogli, andare a pagare le bollette, pianificare e preparare i pasti, ricordare gli appuntamenti o numeri telefonici, relazionarsi con gli altri, muoversi autonomamente.
Quasi l’ 11 % degli ultrassessantacinquenni e circa il 21 % degli ultraottantenni sono colpite da deterioramento delle funzioni cognitive di diverso grado.
Sulla base delle proiezioni delle Nazioni Unite relative alla popolazione mondiale fino al 2050, il numero di persone affette da demenza senile aumenterà dai 25,5 milioni del 2000 a 63 milioni nel 2030, fino a 114 milioni nel 2050.
La forma di demenza senile maggiormente diffusa è la malattia di Alzheimer (50-60% dei casi di demenza): si tratta di una patologia progressiva che prende il nome da Alois Alzheimer, il neurologo che nel 1906 la identificò per la prima volta.
