Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e i bambini.

DANTE ALIGHIERI

DISTURBO DA DEFICIT D'ATTENZIONE

Cos’è

L’ADHD è un disturbo evolutivo dell’autocontrollo caratterizzato da difficoltà nel mantenere l’attenzione, eccessiva attività motoria (iperattività), difficoltà nel controllare il proprio comportamento (impulsività). Tali sintomi comportano l’incapacità di regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste ambientali. Inoltre, i bambini con ADHD presentano difficoltà nell’autoregolazione emotiva che consiste nella capacità di modulare gli stati emotivi al fine di renderli funzionali alle richieste dell’ambiente in maniere flessibile ed adattiva; tale difficoltà nel regolare le proprie emozioni porta il bambino ad avere una bassa tolleranza alla frustrazione con conseguenti reazioni emotive eccessive rispetto alla situazione. L’ADHD è uno dei disturbi più frequenti in età evolutiva, la cui sintomatologia spesso prosegue anche in età adolescenziale e adulta. 

Come si presenta

 La caratteristica fondamentale del disturbo è un persistente pattern di disattenzione e/o iperattività-impulsività che interferisce con il funzionamento e lo sviluppo dei bambini. Sono stati individuati 3 sottotipi di disturbo:

  • Manifestazione combinata:

 E’ la manifestazione più tipica ed è caratterizzata da una combinazione di sintomi di disattenzione e d’iperattività- impulsività.

  • Prevalentemente iperattivo-impulsivo:

Il bambino iperattivo ha difficoltà a rimanere seduto, mostra segni di agitazione ed irrequietezza continui,tende ad essere continuamente in movimento,ha difficoltà a giocare in modo tranquillo, parla in modo eccessivo. L’impulsività si riferisce alla difficoltà ad attendere il proprio turno nelle conversazioni o nei giochi, tendenza ad interrompere l’interlocutore, tendeza a compiere azioni senza considerare le loro conseguenze, tendenza ad utilizzare gli oggetti degli altri senza chiedere permesso.

  • Prevalentemente disattento: 

I bambini appartenenti a questo sottotipo mostrano facilità a distrarsi con stimoli esterni o con pensieri non inerenti a ciò che stanno facendo, difficoltà nel mantenere l’attenzione su un’attività per il tempo necessario a portarla a termine. Inoltre, questi bambini spesso si annoiano dopo pochi minuti dall’inizio di un compito, a meno che non stiano facendo qualcosa di divertente, mostrano difficoltà a focalizzare l’attenzione sull’organizzazione e completamento di un compito o nell’imparare qualcosa di nuovo, hanno problemi nello svolgimento dei compiti a casa, spesso perdono le cose (per esempio, matite, giocattoli, compiti) necessari per completare le attività, hanno difficoltà a seguire le istruzioni. I bambini prevalentemente disattenti presentano minori problemi a livello comportamentale e minori difficoltà nelle interazioni con i pari, per questo motivo la problemativa viene spesso trascurata ed interpretata come sbadataggine e distrazione da parte di genitori e insegnanti.

Diagnosi ed intervento terapeutico 

La diagnosi viene fatta attraverso l’osservazione comportamentale ed attraverso colloqui strutturati, questionari e test con i genitori, gli insegnanti, il bambino. Le informazioni raccolte ed i risultati dei test permettono di diagnosticare il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD). In seguito, analizzando le problematiche specifiche del bambino ed il contesto, si individua il percorso terapeutico più idoneo per supportare il minore e gli adulti di riferimento. L’intervento è diversificato in base all’età del minore:

con i bambini: l’intervento multimodale prevede il coinvolgimento dei genitori, degli insegnanti e del bambino. I genitori, attraverso il Parent Training, acquisiscono strategie educative e di gestione efficace del comportamento del bambino. Gli insegnanti, attraverso il Teacher Training, acquisiscono consigli utili su come aiutare l’alunno con ADHD e su come strutturare il percorso educativo. La terapia con il bambino ha l’obiettivo di modificare i comportamenti problematici: si insegna al bambino a monitorare le proprie azioni, ad autocontrollarsi ed a gestire le proprie emozioni, inoltre, il bambino apprende ad interagire in modo corretto con gli altri attraverso un lavoro sulle abilità sociali. Il trattamento prevede anche un training sulle funzioni esecutive.

  • con gli adolescenti: l’intervento mira a far acquisire una maggiore consapevolezza del proprio stile comportamentale e relazionale per applicare strategie adattive nel proprio contesto di vita.